STANGHELLA

 

“IERI”

 

Il toponimo Stanghella – abbastanza diffuso sia nella Bassa Padovana, ossia in quella fascia di pianura padana compresa tra il fiume Adige a sud e i Colli Euganei a nord, sia nella zona delle Valle Veronesi – sembra derivare dal latino medioevale stangellum, termine con il quale si indicavano terreni interessati dalla presenza di acque stagnanti.

 

Il canale Gorzone – ricavato da tratti di un antico corso d’acqua indicato nei testi antichi con il nome di Fossa Lovara e in età preistorica un diversivo dell’Adige – è sicuramente l’elemento topografico attraverso il quale leggere la storia degli insediamenti di Stanghella fino al Medioevo.

 

In epoca preistorica, e in particolare nell’età del Rame e del Bronzo, il territorio di Stanghella fu caratterizzato dalla presenza di diversi insediamenti, come testimoniano i numerosi ritrovamenti archeologici concentrati soprattutto con i confinanti comuni di Solesino e Pozzonovo. Tra questi il più importante è il villaggio sito in località Selva di Stanghella – risalente al 2500 a.C. circa e abitato per più di mille anni, a oggi la principale stazione eneolitica rinvenuta in Veneto – nel quale sono stai ritrovati 28 inumati. I relativi corredi funebri e il ricco strumentario costituito principalmente da lame di pugnale, cuspidi di freccia e raschiatoi in selce finemente lavorata, sono esposti nelle sale del Museo Civico Etnografico del Comune.

 

Il successivo periodo romano ha lasciato consistenti tracce sia nei numerosi luoghi che hanno restituito reperti – tra cui resti di tombe e fattorie – sia nei tracciati delle diverse centuriazioni – parte dei quali sono ancora oggi ricalcati da fossati, strade campestri e confini – che testimoniano dell’intensa attività di sistemazione agricola che caratterizzò la presenza romana in questi luoghi.

 

Nel periodo medioevale l’ambiente era caratterizzato dalla presenza di paludi e acquitrini che occupavano le bassure mentre il territorio, che continuava ad essere abitato, era composto da piccoli villaggi disposti lungo la Fossa Lovara, che erano spesso insediati sui resti di ville romane e comunicavano tra di loro attraverso viottoli rialzati e le vie d’acqua. Il villaggio di Santa Caterina – che compare per la prima volta nel 1220 e che doveva trovarsi sul lato sinistro della Fossa Lovara, dove oggi sorge il capitello dedicato alla Santa – può essere considerato il primitivo villaggio di Stanghella.

 

Come nel resto della Bassa Padovana, nel corso del Cinquecento, il periodo della dominazione veneziana coincise con un sistematico lavoro di bonifica del territorio voluto dal Magistrato dei Beni Inculti di Venezia. L’area di Stanghella fu resa coltivabile con la realizzazione nel 1558 del Canale Santa Caterina, scavato per velocizzare le acque di piena della Fossa Lovara e immetterle nella grande palude detta “La Griguola”, oggi individuabile nell’area di Stroppare.

L’imponente mappa catastale del “Retratto del Gorzone”, anch’essa esposta all’interno del Museo, fu commissionata proprio dal Magistrato veneziano e “fotografa” il territorio che va da Montagnana ad Anguillara Veneta, delimitato a sud dal corso dell’Adige, prima di queste ingenti opere di bonifica realizzate dai Veneziani nell’ottica di una riconversione ad uso agricolo dell’intera zona.

 

Il primo nucleo insediativo della moderna Stanghella fu improntato dalla famiglia Pisani, una delle più ricche del patriziato veneziano, che acquistò queste e altre terre – tra cui Boara Pisani, una parte di Solesino e di Vescovana – messe all’asta dalla Repubblica di Venezia, pianificando tutto il territorio in senso agrario. Nel 1592 la nascita del nuovo insediamento fu sancita dal permesso di edificare una chiesa concesso dal Vescovo di Padova ad Alvise Pisani.

 

La dominazione veneziana in questa regione durò fino alla fine del Settecento e, in pieno Ottocento, la quasi totalità della popolazione di Stanghella era impiegata stagionalmente nel grande latifondo della famiglia Centanini e viveva in casupole di canna con il tetto di paglia allineate lungo via Canaletta e via Santa Caterina, che rappresentavano gli argini dell’omonimo canale. In questo momento le costruzioni emergenti erano soltanto la Barchessa – demolita nel 1896 – il fienile e i granai, la casa canonica e la Chiesa.

 

Nel 1866 questi territori furono annessi insieme al resto del Veneto al Regno d’Italia.

 

“E OGGI”

 

Dal secondo dopoguerra ai giorni nostri la vita e l’economia della comunità di Stanghella non ha subito grossi cambiamenti ed è rimasta prevalentemente legata all’attività agricola.  Tra gli anni ‘80 e ‘90 essa ha, inoltre, intrapreso un nuovo processo di sviluppo consentito dalla realizzazione della nuova zona industriale, commerciale e artigianale collocata anche nelle vicinanze al territorio di Vescovana.

 

Nei primi anni del 2000 la Piazza cittadina è stata oggetto di importanti interventi che hanno messo in evidenza la volontà di mantenere il contatto con le generazioni che ci hanno preceduto e in continuità con quelle che verranno.

In particolare, sono stati realizzati la fontana della Piazza, a ricordo del vecchio corso d’acqua S. Caterina, e il “muro della memoria” progettato dallo studio arch.+ e dallo scultore Elio Armano.

E’ stato, inoltre, effettuato il ripristino di parte di Villa Centanini – per poter dare sede al locale centro anziani – e un parziale recupero della specola della Villa, della quale viene spontaneo osservare il simbolo con lettere C e S di intarsi in pietra d’Istria, soggetto a diverse le interpretazioni: la C potrebbe essere simbolo della famiglia Centanini, che abitava la villa, e la S potrebbe indicare Stanghella, oppure, da un punto di vista astronomico, la C potrebbe rappresentare la luna in una delle sue fasi e la S la spirale di una galassia.

Stanghella

cosa vedere a Stanghella e nei dintorni

1 - Stanghella - Museo Civico Etnografico e Pinacoteca Pietro Favaro

Il Museo Civico Etnografico di Stanghella, nato nel 1980 grazie all’iniziativa del Gruppo Bassa Padovana, illustra, attraverso i numerosi manufatti antichi ritrovati in queste campagne e a numerosi oggetti e strumenti capaci di raccontare la secolare cultura rurale di questo territorio, la colonizzazione umana della Bassa Padovana. All’interno dell’edificio, nello spazio della Pinacoteca a lui intitolata, è esposto un corpo di sessantasei opere del Maestro Pietro Favaro (Stanghella, 1912 – 2000), che ne raccontano il lavoro tra gli anni Trenta e Novanta del secolo scorso.

Info: piazza Renato Otello Pighin 21

2 - STANGHELLA - Villa Pisani, Corsale, Salotto

Il complesso, edificato probabilmente tra la fine del Seicento e il Settecento per volontà della nobile famiglia Pisani, comprende oggi il corpo dominicale, l’edificio di servizio, il giardino e il brolo: le due facciate principali della villa si presentano simmetriche e sono contraddistinte nella sezione mediana dalla presenza di una sopraelevazione timpanata, mentre gli altri due prospetti del corpo di fabbrica presentano uno stemma araldico sotto gli spioventi del tetto.

Info: via Nazionale 43, residenza privata visibile solo dall’esterno

3 - STANGHELLA – Barchessa di Villa Pisani

Risalente al XVII sec., riprende lo schema della corte aperta porticata. Oltre alla barchessa sono presenti un edificio di servizio concepito in qualità di abitazione del gastaldo e l’oratorio dedicato a Sant’Antonio, eretto nel 1669.

Info: via Giuseppe Mazzini 13, residenza privata visibile solo dall’esterno

4 - STANGHELLA - Villa Manfredini, Centanini

Il vasto complesso, di origine seicentesca e rimaneggiato e ampliato nel corso dei secoli successivi, comprende il corpo dominicale, gli edifici di servizio e il parco. L’edificio residenziale presenta una pianta rettangolare allungata ed è contraddistinto dalla presenza nella sezione mediana di una sopraelevazione e di una torretta in stile eclettico. Il parco romantico, creato intorno al 1865 per volere di Marco Antonio Centanini, comprende un laghetto.

Info: piazza Renato Otello Pighin 38 www.comune.stanghella.pd.it

5 - STANGHELLA – Chiesa di Santa Caterina

L’attuale chiesa viene fatta edificare dalla famiglia Pisani tra la fine del Cinquecento e il Seicento in sostituzione di un precedente edificio di culto e viene rimaneggiata e ampliata a più riprese nel corso dei secoli successivi. La chiesa presenta oggi una pianta a croce greca. L’interno, oltre ad alcune opere di pregio, tra cui l’altare maggiore settecentesco di Antonio Bonazza e un pregevole crocifisso ligneo attribuito ad Andrea Brustolon, ospita un ciclo di affreschi realizzati dal Maestro Pietro Favaro negli anni ’90 del Novecento.

Info: piazza Renato Otello Pighin

6 - STANGHELLA – Parco pubblico M.A. Centanini

Realizzato attorno al 1865 per volere di M.A.Centanini è situato nel centro cittadino di fronte a Villa Centanini e occupa un’area di poco più di 6 ettari con un disegno geometrico semplice e suggestivo che si rifà al giardino romantico. Lo sviluppo spontaneo della vegetazione ha conferito con il passare degli anni le caratteristiche di oasi naturale, per cui anche la fauna avicola, malacologica e di piccoli mammiferi si è inserita nel sistema ecologico così creato. E’ stato acquisito dal Comune nel 1987.

Info: piazza Renato Otello Pighin 38 www.comune.stanghella.pd.it

7 - STANGHELLA – Corte Volta

Il complesso riprende lo schema della corte aperta ed è costituito dal corpo dominicale e dagli annessi di servizio: l’edificio residenziale, di impianto seicentesco, ripropone la tradizionale struttura architettonica e planimetrica dei palazzi veneziani e delle ville venete.

Info: via Gorzone Sinistro Inferiore 15, residenza privata visibile solo dall’esterno

8 - STANGHELLA – Stazione eneolitica di Selva di Stanghella

Importante nucleo insediativo risalente al 2500 a.C. circa e abitato per più di mille anni che rappresenta a oggi la principale stazione eneolitica rinvenuta in Veneto. Sono stati ritrovati resti di abitazioni e 28 inumati. I relativi corredi funebri e il ricco strumentario costituito principalmente da lame di pugnale, cuspidi di freccia e raschiatoi in selce finemente lavorata, sono esposti nel Museo Civico Etnografico del Comune.

Info: località Selva, www.comune.stanghella.pd.it

9 - VESCOVANA - Villa Pisani, Nani Mocenigo, Bolognesi, Scalabrin e Giardino

Il monumentale complesso, costruito nella seconda metà del Cinquecento per volontà di Francesco Pisani e rimaneggiato nel corso dei secoli successivi, comprende il corpo dominicale, gli annessi di servizio, la cappella e il grande giardino. La villa ha pianta rettangolare allungata: il prospetto principale, che si affaccia verso il giardino, presenta una trifora architravata al piano nobile e un timpano arcuato con stemma della famiglia Pisani. All’interno nelle sale del piano nobile è possibile ammirare soffitti alla sansovina, camini originali, stucchi settecenteschi e ottocenteschi e preziosi affreschi cinquecenteschi e settecenteschi raffiguranti soggetti mitologici, allegorici e religiosi, eseguiti da Dario Varotari il Vecchio e altri pittori di scuola veneta dell’epoca. La cappella, eretta nel XIX secolo in forma di tempietto neogotico, ospita le sepolture dei proprietari. L’attuale sistemazione del vasto giardino storico – in parte all’italiana e in parte all’inglese, con alcuni curiosi inserti architettonici, come le false rovine e la cappella neogotica – risale al XIX secolo e si deve alla contessa Evelina Pisani Van Millingen. Oggi la Villa ospita un B&B ed è sede di eventi.

Info: via Roma 19 http://www.villapisani.it/

10 - VESCOVANA – Chiesa di San Giovanni Battista

Costruita alla fine del Cinquecento in sostituzione di un precedente edificio di culto, conosce numerosi rimaneggiamenti nel corso dei secoli successivi. La chiesa ingloba l’oratorio dedicato alla Madonna di Loreto, che contiene una riproduzione della statua della Madonna ed è decorato da affreschi settecenteschi eseguiti da Jacopo Marieschi su cartoni di Pietro Longhi.

Info: via Roma

11 - POZZONOVO - Villa Centanini ex Polcastro e Giardino

L’attuale villa Centanini è la barchessa di un complesso a uso agricolo che comprendeva, un tempo, case dei coloni, una chiesetta e una seconda grande barchessa. Nel tempo i corpi sono stati uniti al corpo centrale ed è su questo insieme che nell’Ottocento è stato realizzato il pronao centrale che caratterizza la facciata, sormontato da un frontone timpanato e due ali laterali porticate. L’interno del porticato è a due piani mentre il terzo si affaccia con finestre centinate. Si trova immersa in un giardino d’impianto tardo ottocentesco.

Info: via Valli, residenza privata visibile solo dall’esterno

12 - POZZONOVO – Villa Valcorba, Duse, Masin

Complesso formato dalla villa e da due adiacenze costruite sui fianchi est ed ovest. La proprietà conserva l’antico ingresso a due pilastri sormontati da decori sferoidali. Il corpo padronale si sviluppa su tre piani, con la parte mediana scandita dal timpano triangolare e dalle sottostanti finestre che formano una trifora.

Info: via Valcorba 15, residenza privata visibile solo dall’esterno http://www.villavalcorba.it/

13 - POZZONOVO - Chiesa della Natività di Maria Vergine

L’edificio originario risalente al XV sec. fu riedificato più volte nel corso dei secoli per contenere i fedeli. All’interno custodisce un Crocifisso ligneo cinquecentesco, una Pala della Natività di Maria, l’organo del 1804 e una scultura in terracotta quattrocentesca raffigurante la Madonna col bambino a opera del fiorentino Nani di Bortolo.

Info: via Roma 25

14 - POZZONOVO - Parco Faunistico Val Corba

Il Parco dedicato all’educazione faunistica ospita animali esotici e non, per ciascuno dei quali è stato ricreato l’habitat adeguato per poter vivere in pace e tranquillità.

Info: via Val Corba 18 http://www.parcovalcorba.com/it/http://www.parcovalcorba.com/it/

15 - GRANZE – Museo delle Centuriazioni

Dedicato alla centuriazione romana del territorio, espone materiale laterizio, vasellame, monete, frammenti d’intonaco dipinto e di mosaico trovati in vari luoghi del territorio di Granze, a documentazione di insediamenti di fattorie di epoca romana. Sono inoltre illustrati gli interventi di sistemazione agraria di carattere centuriato in tutta la Bassa Padovana.

Info: via della Libertà 36, http://www.archeoveneto.it/portale/wp-content/filemaker/stampa_scheda_estesa.php?recid=76http://www.archeoveneto.it/portale/wp-content/filemaker/stampa_scheda_estesa.php?recid=76

16 - GRANZE – Villa Ca’ Conti, Rusconi Camerini

Il complesso, edificato dopo la metà del Cinquecento probabilmente nel sito di un antico insediamento benedettino per volere della famiglia Conti e passato poi ai Camerini, è delimitato da una cinta muraria e include la villa, gli annessi di servizio, il parco e l’oratorio. Il corpo dominicale riprende l’impianto delle ville palladiane e anche gli interni propongono la classica ripartizione degli spazi con salone passante centrale. Il piano nobile è decorato da affreschi di un pittore veneto operante alla fine del XVII secolo, mentre la loggia presenta affreschi della fine del XVIII secolo, sempre di pittore veneto. Degni di nota le barchesse con torri colombare e l’oratorio. Il complesso ospita oggi un’azienda agricola.

Info: via Ca’ Conti 12 http://www.villacaconti.it/

17 - GRANZE – Villa Martinelli, Prosdocimi

Il complesso, presumibilmente di origini seicentesche, è costituito dalla villa, dagli annessi di servizio, dalle barchesse e dal giardino. Il corpo dominicale ha pianta quadrata e riprende lo schema planimetrico dei palazzi veneziani e delle ville venete: il prospetto principale è ingentilito da un portale archivoltato al piano terra e da una monofora con balaustra al piano nobile, entrambi in conci a bugnato rustico. Degno di nota il piccolo “hortus conclusus”, posto alle spalle della limonaia. https://www.visitabanomontegrotto.com/territorio/ville-venete/villa-prosdocimi-granze/

Info: via della Libertà 1

18 - GRANZE – Oasi dei Lavacci

Il biotopo Bacino Valgrande – Lavacci occupa l’area golenale compresa tra i canali Masina e Gorzone in località “Grompa” tra i comuni di Villa Estense, Sant’Urbano e Granze: una lingua di terra e acqua di 60 ha circa, lunga circa 3,8 km e larga 150-200 m, caratterizzata da una vegetazione spontanea tipica degli ambienti umidi e da alcune pozze acquitrinose perenni. Il Bosco dei Lavacci testimonia ancora oggi, per caratteristiche morfologiche e naturalistiche, delle antiche paludi e valli che caratterizzavano la Bassa Padovana prima della secolare azione di bonifica e sistemazione operata dall’uomo per la conversione di questi territori a uso agricolo. Info: accesso dall’argine del canale Masina dal ponte Zane in località Carmignano di S. Urbano e dalla carrareccia che fiancheggia Villa Paradiso in località Grompa di Villa Estense www.pechete.it

19 - BOARA PISANI - Chiesa di Santa Maria Della Neve

Edificata sul luogo in cui sorgeva un oratorio dei Pisani, distrutta da una piena d’Adige, fu ricostruita tra il 1648 e il 1776. L’alternarsi di linee curve, di spirali e di rette spezzate, il contrasto fra il bianco delle zone in ombra fanno di questo particolare architettonico un significativo esempio di stile Barocco. L’interno, a pianta rettangolare, è ad un’unica navata. La parte rettangolare è quella originaria della chiesa del 1648, le parti oblique e sporgenti, sono gli abbellimenti effettuati tra il 1767 ed il 1776. Ai lati, lungo le pareti, vi sono sei cappelle: la terza cappella a destra è quella in stile Barocco per eccellenza che conserva ai lati dell’altare due statue attribuite al Tarsia (1663 – 1739). Di fronte a questa cappella c’è l’altare con il crocifisso di legno attribuito al Brustolon (1662 – 1732).

Info: via Ferraria

20 - BOARA PISANI – Villa Pisani e Barchessa, Villa Pisani Aggio

L’impianto del complesso è rettangolare, la villa insiste su un ampio giardino delimitato da un alto muro. La corte è lastricata in trachite e funzionale all’impiego di un mulino che venne fatto costruire nell’800. Il viale di ingresso al parco è delimitato da querce secolari e punteggiato da antichi basamenti di statue un tempo esposte. La barchessa – che faceva parte del complesso della Villa – è ciò che rimane dopo il bombardamento avvenuto nella Seconda Guerra Mondiale. L’imponente struttura con l’alto colonnato in stile dorico di calcare nummulitico risale al XVII. Villa Pisani Aggio – che conserva il brolo e la barchessa – insiste sul medesimo ampio parco di Villa Pisani.

Info: Villa Pisani via Centro 33/34, Barchessona via XI Novembre 3, abitazioni private visibili solo dall’esterno; Villa Pisani Aggio via Ferraria 1/3

21 - BOARA PISANI – Stagno di Ca' Bianca

Lo stagno è un ambiente planiziale, di forma irregolare, con acqua superficiale, alimentato da una scolina posta al vertice sud-est. La limitata profondità dell’acqua determina l’emergere di zone più o meno ampie di terreno vegetato da alofite. I margini sono fiancheggiati da salici comuni, robinie e sambuco comune. La superficie dell’acqua è interamente ricoperta da erba pesce e lenticchia d’acqua comune.

Info: località Ca’ Bianca

22 - BOARA PISANI – Vasche di Stroppare

Si tratta di due vasche perpendicolari al corso del vicino Scolo Sabadina, divise da una lingua di terra di alcuni metri di larghezza, con rigogliose siepi da entrambi i lati. Le vasche, realizzate per l’allevamento ittico e utilizzate in un secondo momento per la pesca sportiva, sono andate incontro a una parziale rinaturalizzazione acquisendo alcuni elementi tipici delle zone umide.

Info: via Gallo

23 - ANGUILLARA VENETA - Chiesa della Madonna Addolorata, detta “del Capitello”

L’edificio sorge sulla primitiva chiesa, che venne abbattuta dall’inondazione del 1300 dalla quale riemerse solo la statua marmorea della vergine Addolorata. L’edificio a pianta circolare con due campanili circolari in posizione simmetrica ai lati, fu realizzato nel 1865 su progetto dell’arch. Tiez per volontà della popolazione come segno di devota riconoscenza alla Vergine per la fine dell’epidemia di colera. All’interno è conservata la statua raffigurante la Pietà di Maria Addolorata del XV sec, costruita con la pietra Gusstain, una pietra artificiale facilmente lavorabile.

Info: via Roma

24 - ANGUILLARA VENETA – Chiesa di Sant'Antonio Abate

Costruita dalla famiglia dal Cesso, nel 1907 viene ampliata e restaurata con tre altari dedicati a S.Antonio Abate, alla B.V. del Rosario e a S.Antonio di Padova. E’ presente un antico organo costruito da Gaetano Callido nel 1802, il più famoso organaro veneto e uno dei più grandi di tutti i tempi.

Info: via Ponte 6

25 - ANGUILLARA VENETA - Villa Arca del Santo

Costruito per la gestione delle terre e la loro bonifica da parte dei massari laici dell’Arca del Santo, il complesso comprendeva: alloggio del fattore, stanze per ospitare i presidenti e i Padri conventuali, oratorio dedicato a San’Antonio. Il corpo principale dello sfarzoso edificio a due piani è di forma rettangolare molto allungata, balaustra al piano nobile con trifora. Nel corso dei secoli ospitò personaggi illustri quali: Il Santo Barbarigo, il cardinale Rezzonico, Papa Pio VI. Oggi il complesso ospita un’azienda agricola.

Info: via Rovere Santo 18 http://www.comune.anguillaraveneta.pd.it/pagina2761_arca-del-santo-e-anguillara.html

26 - ANGUILLARA VENETA – Castello di Borgoforte

Il castello, posto sulla riva dell’Adige, aveva come scopo quello difensivo. Era costituito da due corpi a base quadrangolare, congiunti da una struttura intermedia. Le cronache di Galeazzo Gataro riferiscono che qui venne persa una guerra contro i Veneziani a danno dei Carraresi. Oggi del castello non restano che tracce di muri e di torri che il fiume restituisce solo nei periodi di grande magra.

Info: lungo l’argine dell’Adige tra Anguillara e Petterozza

27 - ANGUILLARA VENETA – Taglio del Gorzone

Il Gorzone è un canale artificiale che attraversa le provincie di Padova e Venezia. Inizia come prosecuzione del fiume Fratta e confluisce nel Brenta nei pressi di Chioggia. Il Taglio del Gorzone fu realizzato nel 1558 per scaricare le acque del Lago di Vighizzolo e delle valli e paludi circostanti nel Lago della Grignola o di Anguillara.

28 - ANGUILLARA VENETA – Gorgo della Novizza

Stagno circondato da canne palustri e da una fitta vegetazione che deve il proprio nome a un’antica leggenda: “molti anni fa sorgeva sul luogo una chiesa dove una mattina doveva essere celebrato un matrimonio; arrivati gli sposi con il seguito di amici e parenti, la donna, che non gradiva l’uomo destinatole dal padre, invocò con rabbia e disperazione di sprofondare piuttosto che essere maritata con un uomo che non amava. Di colpo, come per incanto, la terra sprofondò inghiottendo chiesa, sposi e invitati, lasciando sul posto la fossa piena d’acqua che ancor oggi è chiamata appunto Gorgo della Novizza (Gorgo de’a Nuissa)”.

Info: vicino al Ponte detto “del Morto “

29 - ANGUILLARA VENETA – Barchessa del Pizzon

Costruita nel 1565, ha un impianto rettangolare e guarda alla corte con quattro archi a tutto sesto su pilastri inquadrati da lesene doriche a sostegno dell’architrave seguito da una cornice con dentelli.

Info: via Pizzoni 58, residenza privata visibile solo dall’esterno

30 - BAGNOLI DI SOPRA – Teatro Goldoni

Il primo teatro di Bagnoli risale alla seconda metà del XVIII secolo e deve il suo nome al celebre drammaturgo veneto Carlo Goldoni che fu ospite – tra il 1755 ed il luglio 1757 – nel palazzo dominicale di Ludovico Widmann. La pianta del teatro consta di una sala rettangolare nella quale è inserita una loggia sorretta da pilastri che vengono a configurare un giro di ottagono irregolare allungato; un lato di essa si posa al boccascena del palcoscenico e l’altra poggia su due pilastri antistanti la parete di accesso. La facciata di impronta neo-barocca, si configura a pianterreno con il portone e due finestre laterali, contornati di cornici lievemente bugnate. Al primo piano una balaustrata sporgente precede tre finestroni, con archi a tutto sesto, i quali si stagliano su una faccia scompartita da quattro lesene sormontate da un timpano. Dal 1970 al 1980 la sala funzionò come cinema, mentre in seguito vi si svolsero rappresentazioni teatrali. Nel 1993 il teatro venne restaurato nella forma attuale.

Info: piazza Unità d’Italia

31 - BAGNOLI DI SOPRA – Villa Widmann Borletti e Giardino storico

La Villa sorge sul precedente monastero di Santo Spirito soppresso nel 1656. Messa all’asta da papa Alessandro VIII passò in mano a Lodovico Widmann, che nel 1659 affidò il progetto di ampliamento e ristrutturazione a Antonio Minorello, facendo costruire il nucleo centrale, la chiesa, il giardino e il teatro. Il complesso conserva ancor oggi la struttura di un monastero benedettino del XII secolo nelle sue architetture interne, nei corridoi, nei soffitti ed in numerose espressioni decorative. La facciata interna è rivolta verso il giardino settecentesco, di gusto francese impreziosito da oltre 60 statue a grandezza naturale create nel 1742 dallo scultore Antonio Bonazza. Dopo il saccheggio nel 1797 da parte dei francesi, fu messa all’asta nel 1851 e acquistata dai principi D’Aremberg, dopodiché passò ai conti Borletti, attuali proprietari. Oggi il complesso ospita un’azienda agricola.

Info: piazza Marconi 63 http://www.ildominiodibagnoli.it/

32 - BAGNOLI DI SOPRA – Palazzetto Widmann

Fu realizzato intorno 1707 dall’abate Antonio, uno degli eredi della famiglia Widmann. Il palazzetto – che conserva affreschi di Ercole Gaetano Bertuzzi e una pregevole scala elicoidale di ispirazione barocca  – sorge su un edificio a due piani, fatto costruire alla fine del ‘400 dai Canonici del Santo Spirito. Attualmente ospita la scuola e il Comune.

Info: piazza Martiri d’Ungheria 1

33 - BAGNOLI DI SOPRA – Villa Pellegrini, Zaguri, Zara

La villa risale alla metà del Cinquecento, ma i fratelli Zara nel 1830 costruirono un complesso edilizio metà residenziale e metà rurale, rendendo illeggibili le tracce della precedente architettura. Questa residenza precedente conteneva preziose opere artistiche ed era famosa per il suo giardino. I proprietari, notabili veneziani vicini al Doge, vi portarono numerosi artisti, tra cui Gualtieri dell’Arzere, Lambert Sustris, Federico Zuccato, Andrea Schiavone, Francesco Ruschi, Luca da Reggio. Di questa magione parlarono lo storico Giorgio Vasari nel 1568 e il cronista padovano Andrea Cittadella nel 1605. La villa realizzata nell’800, su tre piani, presenta un androne semicircolare con colonne doriche, da cui si accede al primo piano. Alla Villa è annesso l’Oratorio dell’Immacolata e dei Santi Pietro e Valentino del 1825, che sorge dove nel Settecento si trovava una chiesa decorata da Luigi Jappelli.

Info: via Cesare Battisti 2, privata

34 - BAGNOLI DI SOPRA –Chiesa di San Michele Arcangelo

Già testimoniata nel 954, la chiesa conservò le sue forme originarie fino al 1424, anno in cui i beni del territorio di Bagnoli passarono nelle mani della Congregazione di Santo Spirito. A causa delle dimensioni inadeguate ad accogliere tutti i fedeli i monaci fecero costruire una chiesa più grande con il campanile – tutt’ora esistente – i cui lavori iniziarono, però, solo all’arrivo della famiglia Widmann nel XVII sec.

Info: piazza Martiri d’Ungheria 27

35 - BAGNOLI DI SOPRA – Chiesa di Santo Stefano Protomartire

Probabilmente edificata sopra un piccolo santuario trecentesco in cui si venerava la Madonna apparsa sopra un olmo e poi distrutta dai Veneziani di cui si persero le tracce attorno alla fine del 1400 quando i frati agostiniani di Monteortone eressero l’attuale chiesa. Secondo alcune ipotesi l’antico santuario costituisce l’odierno presbiterio. Il bel campanile dalla cuspide conica risale alla fine del ‘400, mentre l’interno della chiesa subì condizionamenti barocchi nel 1769. Successivi rifacimenti avvennero nel Novecento, riguardanti tra l’altro la costruzione dell’altare maggiore neogotico.

Info: via Cavour 90

36 - BAGNOLI DI SOPRA – Chiesa di San Siro Vescovo

La chiesetta sorta forse prima del 1221, venne ampliata e ristrutturata nel 1500 e ricostruita nel 1765 dal nobile veneziano Pietro Antonio Zaguri su disegno dell’architetto bolognese Flaminio Minozzi di Bernardo. La facciata fu completata nel 1900.

Info: località San Siro

37 - BAGNOLI DI SOPRA – Oasi naturalistica

Ricreata su 8 ettari, è dotata di due laghi con annesso osservatorio per studiare gli uccelli acquatici e i trampolieri che qui si fermano a nidificare. All’interno dell’oasi è stato ricostruito un casone in canne che riproduce la tradizionale costruzione rurale.

38 - MONSELICE – Castello Cini e Villa Ca' Marcello, e Antiquarium Longobardo

Castello Cini è il risultato della fusione di quattro nuclei principali edificati a partire dall’Alto Medioevo: la Casa romanica e il Castelletto, sorti sui resti di una struttura difensiva (XII-XIII), l’imponente Castello ezzeliniano (XIII) e l’ala Marcello (XV). Ristrutturato da Ezzelino da Romano e ampliato dai Carraresi, con la conquista veneziana nel 1405 il Castello fu acquistato dalla famiglia patrizia dei Marcello, che edificò la villa per collegare le diverse strutture preesistenti del castello duecentesco, ristrutturò la Torre Ezzelinana, costruì la Biblioteca, il Cortile veneziano e la cappella di famiglia. La facciata di Villa Ca’ Marcello è caratterizzata da una trifora gotica e da uno spiovente con merli a coda di rondine; la sala da pranzo, le tre stanze da letto e la sala della colonna sono arredate con mobili del Rinascimento italiano, dipinti del XV-XVIII secolo, sculture, vetri e ceramiche. In epoca contemporanea è stato riportato al suo passato splendore dal conte Cini, che lo arricchì con preziose collezioni di mobili, armi e suppellettili antiche. All’interno del complesso è ospitato l’Antiquarium Longobardo che raccoglie le numerose testimonianze rinvenute nella necropoli longobarda proveniente dal sito archeologico situato a metà costa del Colle della Rocca, lungo il percorso del Mastio Federiciano.

Info: via del Santuario 11, www.castellodimonselice.it

39 - MONSELICE - Palazzo e Loggetta del Monte di Pietà

Edificio di impianto quattrocentesco, ospitava in epoca veneziana il Monte di Pietà. Nel ‘600 venne aggiunta la Loggia, con colonne di ordine dorico e un’articolata scalinata a balaustre. Oggi è sede dell’Ufficio Accoglienza Turistica, della Biblioteca e della Pro loco.

Info: via del Santuario 1, www.monseliceturismo.it

40 - MONSELICE - Complesso di Villa Duodo, Balbi, Valier e Villa Piacentini

Posto a metà del Colle della Rocca, il complesso fu costruito dalla nobile famiglia veneziana Duodo. La parte più antica datata 1593 – a pianta rettangolare con prospetto principale coronato da un timpano – è opera dell’architetto Vincenzo Scamozzi. La parte più recente, aggiunta nel 1700 a opera di Andrea Tirali, è posta ortogonalmente al corpo più antico. A sinistra del complesso si trova un’esedra dedicata a San Francesco Saverio. Del complesso fanno parte anche l’Oratorio di San Giorgio, opera dello Scamozzi, che custodisce 25 reliquie di protomartiri e Villa Piacentini, denominata “Casa del rettore”.

Info: via Sette Chiesette 4 e via del Santuario 31, residenza privata visibile solo dall’esterno

41 - MONSELICE - Villa Cortuso, Maldura, Emo Capodilista e Giardino storico

Il complesso cinquecentesco è formato da più corpi: la villa – con una volumetria a cubo impreziosita nel prospetto principale da un pronao sporgente con quattro colonne, di ordine composito – la barchessa, i granai e la peschiera. Oggi si sale al pronao attraverso due scenografiche rampe parallele alla facciata. Davanti alla villa si estende uno splendido giardino all’italiana, cui si accede attraverso un cancello in ferro battuto sostenuto da pilastri sormontati da statue.

Info: via Padova 4, giardino storico aperto al pubblico http://www.ossicella.it/monselice/villa-maldura/

42 - MONSELICE - Villa Buzzaccarini

Il complesso, cintato da un muro, è costituito da più corpi: la villa cinquecentesca, quella ottocentesca, gli annessi rustici, la cappella, i giardini interni, il brolo, il parco, la ghiacciaia. La villa cinquecentesca a pianta quadrangolare si eleva su due piani, più le soffitte. Gli interni sono suddivisi secondo la tradizionale tripartizione alla veneta con salone centrale e quattro stanze ai lati. Di fronte all’edificio sorge l’abitazione colonica e, accanto, la barchessa ottocentesca a forma di “L”, aperta sul cortile interno con un loggiato. La villa ottocentesca comprende più edifici preesistenti, unificati da un coronamento merlato nel 1909. Accanto alla villa è posta la chiesetta di Sam Luigi in stile tardo barocco. Nelle cantine è rimasto un camino monumentale cinquecentesco.

Info: via Marendole 11/15 https://it.wikipedia.org/wiki/Villa_Buzzaccarini_(Monselice)

43 - MONSELICE – Castello di Lispida

Il complesso, costruito dal conte Augusto Corinaldi nel 1883 sulle strutture di un antico monastero e in ottimo stato di conservazione, è costituito dalla villa, da annessi rustici, torrette e un ampio parco. L’edificio padronale ha pianta rettangolare e si eleva su due piani. Durante la prima guerra mondiale la villa servì da quartier generale italiano e nel 1918 ospitò Vittorio Emanuele III. Oggi il complesso ospita un agriturismo e un luxury hotel.

Info: via IV Novembre http://www.lispida.com/it/

44 - MONSELICE – Santuario delle Sette Chiesette

La Via delle Sette Chiesette costituisce un particolarissimo e suggestivo percorso votivo, scandito da sei cappelle e una chiesetta, intitolate come le corrispondenti basiliche romane, alle quali Papa Paolo V nel 1605 concesse il privilegio dell’indulgenza plenaria per i pellegrini che avessero visitato il Santuario. Nelle cappelle sono conservati affreschi e cinque pregevoli pale di Jacopo Palma il Giovane, una pala attribuita al pittore bavarese Giovanni Carlo Loth.

Info: via Del Santuario, http://www.collieuganei.it/chiese/santuario-sette-chiese/

45 - MONSELICE - Chiesa di San Martino

Risalente al X secolo, apparteneva al monastero benedettino di Santa Giustina in Padova. Ristrutturata nel ‘700, conserva al suo interno pregevoli opere tra cui un altare marmoreo attribuito al Toretto, un ciclo pittorico dei Santi Apostoli attribuito a Vincenzo Damini e alcuni dipinti della scuola di Gaspare Diziani.

Info: via Tassello http://www.comune.monselice.padova.it/c028055/zf/index.php/servizi-aggiuntivi/index/index/idtesto/29#citta14

46 - MONSELICE - Ex Chiesa di San Paolo e Cripta di San Francesco

L’edificio sorge sui resti di una antica chiesa altomedioevale. Nella cripta paleocristiana si conservarono le reliquie di San Sabino, patrono della città, e un prezioso affresco romanico raffigurante San Francesco d’Assisi, la più antica immagine del santo esistente nel Veneto.

Info: Via del Santuario, http://www.sanpaolomonselice.it/index.cfm?method=mys.homepage

47 - MONSELICE - Mura e torre civica o dell’orologio

La torre originaria, datata secondo alcuni studiosi al 1239 circa, era collegata alla cinta muraria e alla “Porta delle Navi” (o Arquà o della Pescheria). Nel 1504-1524 venne sopraelevata per la costruzione della cella campanaria e nel 1563 vi venne istallato l’orologio. Nel 1825, sotto la dominazione austriaca, venne abbattuta la Porta delle Navi e fu costruito un nuovo orologio. La torre ha subito nel corso dei secoli diversi interventi di ripristino e consolidamento. Gli scavi archeologici hanno consentito di appurare che le prime fortificazioni del colle della rocca furono costruite nel VI secolo dai Bizantini per resistere agli attacchi longobardi, ma la prima vera cerchia fortificata, a difesa del colle e dell’abitato, si deve a Federico II e a Ezzelino da Romano (1239). Nel XIV sec. i Carraresi ricostruirono l’apparato difensivo inglobando le murature federiciane.

Info: Torre in piazza Mazzini; www.monseliceturismo.it

48 - MONSELICE – Parco del Monte Ricco

Noto nel Medioevo come“Monte delle vigne” era sede di un castello accanto al quale sorse, nel Duecento, il monastero Benedettino di San Giovanni Evangelista. Un tempo intensamente sfruttato perché ricco di trachite, il monte, solcato da una fitta rete di sentieri, da strade forestali percorribili a piedi o in bicicletta, è oggi meta di molte escursioni anche grazie ai suggestivi scorci che offre sulla pianura veneta.

Info: località Monte Ricco